L’unione Montana esprime netta contrarietà al provvedimento del Governo che introduce il pagamento dell’Imu sui terreni agricoli retroattivamente a partire dal 1 gennaio 2014. La legge prevede che sono esenti solo i terreni agricoli dei comuni ubicati ad un altitudine superiore ai 600 metri, mentre per quelli ubicati tra 281 e i 600 metri si applica l’esenzione ai terreni concessi in comodato oppure in affitto ai coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola.
Imporre l‘Imu sui terreni agricoli nei Comuni montani è una decisione sbagliata che sta incontrando pareri negativi in tutti gli enti locali d’Italia, l’opposizione di esponenti di partiti politici anche vicini alla maggioranza, la contrarietà delle associazioni di Comuni e delle associazioni di categoria dell’agricoltura.
Tale provvedimento colpisce, di fatto, molti comuni della zona che sono, in gran parte, territori marginali e disagiati.
Tassare i terreni agricoli delle Terre Alte è quanto di assurdo si può fare, va a colpire le fasce più deboli della popolazione e si contrappone alla necessità di risolvere i problemi dell’abbandono, della frammentazione fondiaria, della gestione attiva di terreni e bosco.
Al contrario, chi vive e opera nelle aree marginali, collinari e montane, dovrebbe concretamente vedere riconosciuto l’impegno nel presidio di un territorio fragile.
Le decisioni del governo non tengono conto che si tratta in gran parte di terreni che in concreto non sono suscettibili di produrre reddito agrario, dove i proprietari sono nella stragrande maggioranza persone anziane che devono affrontare il disagio di servizi spesso inadeguati e le difficoltà derivanti dallo spopolamento.
L’unione Montana Suol d’Aleramo si unisce quindi alla protesta di moltissimi Comuni piemontesi che nei giorni scorsi hanno inviato lettere a Governo e Parlamento, chiedendo di essere ascoltati e auspicando la concertazione su questo e su altri temi.
Apprendiamo in queste ore che è in corso di approvazione un decreto che rinvia i termini di pagamento; auspichiamo che non si tratti solo del rinvio di un mese ma che il Governo modifichi la norma.
IL presidente
Nicola Papa